Una teoria che non mi convince…

Immagineganascia   Partendo dal presupposto che c’è sempre da imparare, non perdo occasione per andare ad ascoltare chiunque parli di addestramento e di equitazione, a prescindere dalla disciplina o dall’estrazione dell’istruttore.

La teoria in questione è sulla ricerca della “distensione dell’incollatura” e mi è stata presentata più o meno cosi: “ Quando il cavallo è nella distensione dell’incollatura, se l’angolo testa-collo rimane uguale a quando il cavallo è in posizione rilevata, non si può dire che questi sia chiuso, incappucciato. La foto sopra è ben esplicativa del concetto. (figura sotto)

E partendo da questa teoria, ho potuto vedere cavalli lavorati nella posizione della foto, figura sotto, ribadendo il concetto che in quella posizione il cavallo non è chiuso, anzi attraverso quella distensione si rilassa. Mi sono fatto una domanda… Quando allora un cavallo è chiuso?

L’unico riferimento bibliografico trovato sull’argomento, si trova in “Testo guida per la formazione dell’istruttore di equitazione” , pag. 100, dove in riferimento a quanto sopra, si dice “ Nel cavallo rotondo l’angolo di flessione della ganascia non deve essere accentuato; il fatto che la nuca sia bassa non significa che l’angolo alla ganascia debba essere maggiore di quando il cavallo è rilevato.”

Fermo restando che non conosco altri riferimenti tecnico-storici di questa teoria, alla luce delle conoscenze di fisiologia, anatomia, neurologia e biomeccanica questa teoria non sta in piedi. Molti sono i testi e gli studi scientifici che spiegano lo stress mentale e fisico a cui è sottoposto un cavallo in quella posizione… difficoltà respiratorie, campo visivo molto ridotto, ipertensione del legamento nucale, cattivo funzionamento degli organi dell’orecchio interno preposti alla percezione dell’equilibrio, compressione delle ghiandole parotidee, ecc.. A mio modesto avviso, significa giustificare una pratica scorretta (moderna, radicata nell’ultimo ventennio) e che non porta benefici nell’addestramento del cavallo, facendone addirittura una teoria.

Penso che teorie come questa, possano essere proposte, accettate e anche messe in pratica solo a causa di una perdita della cultura equestre classica, e dal fatto che il linguaggio tecnico sia in qualche modo diversificato dai tecnici, qualche volta allontanandosi dalle fonti.

Faccio un esempio, che credo sia calzante in questo caso, oggi si parla di chiuso, aperto, incappucciato, in riferimento alla messa in mano e alla posizione della testa, e non si parla più di verticale, cosa sia e verticale in funzione di cosa. I testi e manuali, fino ad un certo punto, hanno parlato di una linea immaginaria che cade perpendicolare al terreno, passando per la fronte del cavallo, ed è in riferimento a questa linea che la testa deve essere sulla verticale, aggiungendo “o con il naso leggermente davanti alla verticale nelle andature distese”.

Ironia della sorte, nello stesso testo, esattamente a pag. 99, cioè quella precedente alla figura sopra, si parla di “Messa in mano”e ci possiamo trovare una figura altrettanto esplicativa, questa volta positiva, ma in totale disaccordo con la teoria e la figura di cui sopra…

20140414_191659

A ognuno le sue riflessioni. Un ritorno alla cultura e alla coerenza è quello di cui avremmo bisogno, per i tecnici, per gli allievi ma soprattutto per i cavalli. F. M.

Un pensiero su “Una teoria che non mi convince…

  1. Un cavallo così incappucciato ,se pur con un piego della testa corretto, perde il suo baricentro ideale scaricando eccessivamente sul treno anteriore.

Lascia un commento