Del lavoro alla longia

È veramente un peccato che molti cavalieri di oggi poco conoscano, quando addirittura non lo snobbano, l’utilità di un corretto lavoro alla longia, ignorando tutte le problematiche addestrative che si possono correggere e migliorare. Sempre più spesso mi capita di vedere questi cavalieri affidare questo lavoro al groom se non addirittura agli allievi più inesperti, i quali fanno, bontà loro, quello che gli viene istintivamente o che hanno visto fare nel migliore dei casi, con il risultato solitamente di essere in balia del cavallo. Forse lo considerano un lavoro noioso o forse poco importante nella progressione addestrativa? Il più delle volte vedo cavalli che affrettano tutte le andature, che non sono in grado di stare sul circolo, che si muovono con la flessione all’esterno, che non sanno girare al passo, che non sanno fare un alt nel circolo, ecc.. Riflessioni a parte dovrei fare per quelli che pensano a questo lavoro “per scaricare il cavallo” e a quelli che senza conoscere il significato della parola “riunione”, in nome di questa legano i loro cavalli come salami per farli girare.

La mia non vuole essere una critica, al contrario un incoraggiamento ad approfondire questo lavoro, che se ben studiato e compreso, può sicuramente dare ottimi risultati, nei cavalli giovani come tappa essenziale dell’educazione prima del lavoro montato e nei cavalli adulti come diversivo alla routine quando non correttivo.

Alcuni elementi su cui mettere l’attenzione…

L’aspetto psicologico e la comunicazione, l’attenzione del cavallo nei confronti del longeur e della sua mimica corporea.

L’asimmetria naturale del cavallo, l’equilibrio, l’ampiezza del circolo, l’estensione dell’incollatura e il contatto sulla lunghina.

Sicuramente, se il longeur si preoccupera di fare attenzione a tutti questi elementi, sarà difficile annoiarsi…