Dell’addestramento

 

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Obiettivo dell’addestramento di ogni cavallo, per qualsiasi disciplina, di ogni razza e di ogni età è il miglioramento dell’equilibrio psico-fisico. Non è un caso che si dica psico-fisico, la parola stessa ci indica che la prima attenzione va rivolta al mentale, è cosi con un cavallo giovane, con uno adulto, con un cavallo che conosco già o con uno che non ho mai visto. Il partire da questo pensiero quotidianamente mette il cavaliere in una condizione di non poter sbagliare strada, a patto che abbia delle conoscenze e le metta in pratica.

Tre sono, principalmente, le materie che dobbiamo conoscere per poter pensare di migliorare l’addestramento di un cavallo, l’ETOLOGIA, l’ANATOMIA e la BIOMECCANICA. F. M.

Légèreté

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La leggerezza è allo stesso tempo il primo e l’ultimo obbiettivo del cavaliere. Il primo perchè è fin dall’inizio che il cavaliere deve ricercarla… l’ultimo perchè essa ha come unico limite la sensibilità del cavaliere, che è migliorabile all’infinito. F. M.

“Lightness” is, at the same time, the first and the last aim of the rider. The first is because, from the outset, the rider must search for it … the last one because it is limited only by the sensitivity of the rider, who is endlessly improvable. F. M.

Riflessioni

DSCF2879 Quello che puo fare di un buon cavaliere un Maestro è la voglia di continuare a studiare, sperimentare e lavorare con tanti cavalli e di ogni tipologia. Il saper scegliere una strada piuttosto che un’altra in base alle caratteristiche psicofisiche di ciascun cavallo è di sicuro la cosa piu difficile… Ma è solo attraverso questo cammino che si arriva al punto in cui non siamo piu sicuri di sapere se siamo noi che insegniamo ai cavalli o loro che insegnano a noi. Il maestro è l’uomo o il cavallo? Io non lo so, ma ciclicamente questo quesito si insinua nella mia mente.  F. M.

In my opinion, a good rider can become a Master if he desires to carry on studying, experimenting, and working with several horses belonging to several races. The most difficult thing in training an horse is the choice of a path rather than another according to his psychophysical attitudes. However, only this path can lead to the moment in which we are not able to decide whether we are training the horse or the horse is training us. Who is the Master? The horse or the rider? I am not able to answer to this question, but this question cyclically occurs to me. F. M.